“Viaggio a Firenze di William Shakespeare”, Nardini editore: la recensione di Niccolò Lucarelli su Artslife

Letteratura di viaggio: quando basta la fantasia

di Niccolò Lucarelli

Per la collana Città mai viste, di Nardini Editore, continuano i viaggi immaginari di grandi intellettuali del passato, alla scoperta di città con le quali avevano comunque una sorta di “affinità elettiva”. La casa editrice fiorentina ha licenziato un raffinato volumetto dedicato a Firenze, idealmente vistiata da un drammaturgo.

Sulla vera identità di William Shakespeare, il più grande drammaturgo britannico e uno dei più grandi a livello mondiale, non è ancora stata fatta piena luce. Appare difficile pensare che il figlio di un umile guantaio, senza troppi mezzi, avesse avuta la possibilità di conoscere a fondo città come Venezia e Verona e la loro storia, così come di studiare la storia antica e la filosofia.

Una teoria mai provata, ma comunque ben ponderata, identifica Shakespeare nel messinese Michelangelo Florio, figlio di Giovanni, medico e pastore calvinista di origine palermitana, e della nobildonna Guglielma Crollalanza. Non è questa la sede per ripercorrere la teoria formulata da Santi Paladino nel 1927, ma chiunque fosse Shakespeare, è indubbio che fosse un uomo di cultura. E sul finire del Cinquecento, la città di Firenze godeva ancora di larga considerazione nel panorama culturale europeo; ragion per cui, Maria Rosaria Perilli immagina un viaggio del Grande Bardo nella capitale granducale, dove non si sono ancora spenti i fasci del tardo Rinascimento.Shakespeare Accademico della Crusca

Questa accurata e godibile “mistificazione” storica fa conoscere al lettore uno Shakespeare accademico della Crusca, nonché autore di diverse “opere piacevoli”, che s’immagina pubblicate nel 1590 proprio a Firenze, e le cui ipotetiche copertine sono riprodotte all’interno, concepite secondo i canoni estetici dell’epoca. Da apprezzare anche come l’autrice si sia cimentata nell’immagina i componimenti italiani di Shakespeare, secondo la metrica e la lingua del tempo, prezioso lavoro filologico che allarga i confini intellettuali di questa piccola ma evocativa opera letteraria, all’interno della quale emerge sia la realtà fastosa delle ville granducali, dei palazzi antichi e delle piazze, sia la realtà popolare delle osterie e dei piatti, poveri ma gustosi, che ancora oggi caratterizzano la cucina toscana.

La copertina di un’immaginaria opera italiana di Shakespeare. Courtesy Nardini Editore

L’apparato iconografico del volume è arricchito da illustrazioni e riproduzioni di opere d’arte, che costituiscono un “itinerario nell’itinerario”. Infine, per completare questo viaggio immaginario a beneficio del lettore, ricordiamo che il Cimitero degli Inglesi di Piazza Donatello, ospita ancora oggi le tombe di Beatrice Shakespeare ed Edward Claude Shakespeare Clench, che la tradizione vuole siano discendenti del Grande Bardo. Il mistero continua.

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