“DREAMERS” – Nardini Editore, Firenze 12 sognatori: oggi, Oriana Fallaci

«Ti racconto il mio sogno. Un sogno molto fiorentino, perché io mi ritengo una fiorentina pura. Fiorentine sono la mia cultura e la mia educazione: fiorentino penso, fiorentino parlo, fiorentino sento. E fiorentino sogno».

“Dreamers”, 12 sognatori: oggi, Oriana Fallaci

Oriana Fallaci (Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006), giornalista, scrittrice e attivista.

Prima di scrivere questo sogno…

Prima di scrivere questo sogno ho cercato il luogo che meglio poteva, a una donna che aveva girato il mondo come la Fallaci, tornarle durante la notte. E anche il tempo. Forse la Firenza più lontana, quella della guerra e del dopoguerra, o New York, dove viveva, o Atene, con Panagulis. Poi, durante una passeggiata a Greve in Chianti, “l’ho vista”. E ci stava bene, nel suo rifugio preferito, il casale che aveva acquistato a Lamole, frazione di Greve. New York, invece, per raccontarsi. Nel luglio 1978.

Stavolta, subito un “assaggio”.

(…) Ero a Greve in Chianti, nella casa di famiglia, ma non era facile riconoscerla: diversa, senza pareti, mobili sparsi e, al posto dei pavimenti, un enorme prato verde. Curato. Sentivo il profumo dell’erba. Il calore del sole. Mia madre (dopo di te è morta anche mia madre: in poco tempo ho perso chi amavo di più) spillava del vino bianco da un’enorme botte, e quando si muoveva i seni ballonzolavano sotto il grembiule a fiori. Su e giù (…).

Interno casale
Oriana Fallaci al casale
Casale della Fallaci
Paola e Oriana Fallaci

Come con Pasolini

Dopo di te ho perso anche mia madre, aggiunge Oriana tra parentesi. Quindi indirizza a qualcuno il racconto del sogno. Questo qualcuno è Alekos Panagulis, suo compagno di vita. Ma se nel luglio 1978 Panagulis era morto da oltre due anni, bisognava trovare la maniera di giustificare tale scelta, ed è stato pure agevole. Guardate.

(…) Sei morto, e io ti scrivo. Come feci con Pasolini. “Lettera a Pier Paolo, dopo la morte”, pubblicata su “L’Europeo”. Ma avevo altre ragioni, e tu le conosci. Perché eri con me, allora. Adesso no. Affogo nello strazio insopportabile della tua assenza. Sprofondo nel silenzio spietato di questa stanza (…).

Una Fallaci distrutta dal dolore. Aveva molto amato, ricambiata, l’eroe della resistenza greca, come viene ricordato Panagulis.

Alekos caro,

mi sono svegliata ed è ancora l’alba, un’alba d’arancio e d’argento che tocca i grattacieli. E ferisce fino a spaccare il cuore. Perché la guardo e penso che tu non la guardi e mi sento colpevole di godere da sola l’arancio e l’argento. Ne scrissi al signor Kanellopoulos pochi giorni dopo la tua scomparsa, dell’invidia che provo verso quanti credono che i morti non sono morti ma sono lì, da qualche parte nel cielo, e continuano a sorridere, a vedere, ad ascoltare. A esserci accanto, seppure in altro modo.

Io non ci credo, lo sai. Sei in quella tomba, e basta (…).

Alekos Panagulis
La Fallaci con Panagulis

“Un uomo”, uno scrittore e una bambina

Credo non ci sia bisogno di riproporre la storia di Panagulis, tutti la conoscono, così come tutti conoscono il rapporto che ha unito questo grandissimo eroe alla grandissima giornalista. Un uomo, poi, uno dei romanzi più famosi di Oriana, che narra Panagulis, la sua vita ma anche la loro, insieme, ha venduto milioni di copie. E quando sogna, la Fallaci ha appena finito di scriverlo.

Di conseguenza Panagulis compare nel sogno, accompagnato da altri, naturalmente, e uno ve lo svelo in questo estratto.

(…) Proprio a causa di tanta concentrazione non sono riuscita a vederti arrivare. Quando ho alzato gli occhi eri già seduto. Sullo stesso divano bianco, di stoffa. Accanto a Cesare Pavese. Entrambi a fumare la pipa. E a chiacchierare (…) Esprimevate ognuno le proprie idee. Con libertà e offrendomi il vostro volto. Ma tu, non i tuoi occhi. Guardavi verso me eppure oltre me. E accarezzavi la bambina. C’era anche una bambina. L’ho riconosciuta subito, nonostante fosse morta prima di nascere. Capelli di un castano chiaro, gli occhi grandi. Poteva avere circa tre anni, ed era (…)

Pavese, e anche una bambina. Presenza particolare, credetemi, importante.

Cesare Pavese con la sua pipa
Alekos Panagulis con la sua pipa

“Erano solo imprevisti

del cammino”

E poi quel divano, sul quale troviamo seduti due dei nostri protagonisti. Un oggetto, ma egualmente fondamentale perchè lì…

(…) Cesare Pavese non c’era più (…). Restava la sua pipa, dimenticata sul divano bianco, di stoffa (…). E anche tu non c’eri più, e neppure la tua pipa. Di te rimaneva solo una poesia, incisa a caratteri cubitali sulla spalliera del divano bianco. Con la mia penna rossa e con la tua calligrafia.

Ho guadagnato una vita

un biglietto per la morte

e viaggio ancora

In certi momenti

ho creduto d’essere giunto

alla fine del viaggio

Mi sbagliavo

Erano solo imprevisti

del cammino.

Si intitola Sorprese. L’avevi scritta a Boiati quando era scaduto il termine per fucilarti (…)

Gli ultimi due versi costituiscono il titolo del sogno.

La silloge da cui è tratta “Sorprese”
Seconda edizione della silloge, con prefazione di Pier Paolo Psolini

Una fiorentina pura

La scelta di tale titolo non è casuale, tutt’altro, c’è una ragione sostanziale.

E quale sarà, insieme a tutto quanto – avvenimenti, protagonisti, situazioni, ricordi – “io e l’Oriana” ve la palesiamo col racconto di…

(…) Un sogno molto fiorentino, perché io mi ritengo una fiorentina pura. Fiorentine sono la mia cultura e la mia educazione: fiorentino penso, fiorentino parlo, fiorentino sento. E fiorentino sogno (…).

Suvvia, si legga “Dreamers” per trovare una Fallaci… vera più del vero!

Per leggere l’articolo sui “Dreamers” mariarosariaperilli.com/i-miei-libri/dreamers/

Per leggere l’articolo su Giacomo Leopardi mariarosariaperilli.com/2022/06/25/dreamers-nardini-editore-firenze-12-sognatori-oggi-giacomo-leopardi-2/

Per leggere l’articolo su Agatha Christie mariarosariaperilli.com/2022/06/23/dreamers-nardini-editore-firenze-12-sognatori-oggi-agatha-christie/

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