“DREAMERS” – Nardini Editore, Firenze 12 sognatori: oggi, Agatha Christie

«Gli occhi bruciavano, sembravano lingue di fuoco, le palpebre, nel tentativo di difendere la pupilla, si abbassavano diventando pesanti, e proprio in quel momento è cominciata una delle avventure più straordinarie che mi siano capitate: ho iniziato a sognare».

“Dreamers”, 12 sognatori: oggi, Agatha Christie

Agatha Christie (Torquay, 15 settembre 1890 – Winterbrook, 12 gennaio 1976 ), definita spesso “regina del crimine” o “regina del mistero”, è la giallista più venduta e più tradotta al mondo.

Agatha Christie

Prima di scrivere questo sogno…

Prima di scrivere questo sogno mi sono concentrata molto sull’autobiografia della Christie (“La mia vita”, pubblicato da Mondadori) e sui diversi testi che parlano della sua “misteriosa scomparsa”. L’avvenimento più importante nell’esistenza della giallista britannica è infatti relativo a questa “misteriosa scomparsa”, datata 3 dicembre 1926, e il ritrovamento, verificatosi undici giorni dopo, in un albergo di Harrogate, dove si era registrata col cognome dell’amante del marito. Agatha, però, non svelò mai cosa successe in quegli undici giorni, e pare non sia stato ritrovato niente in merito. Almeno fino ad ora…

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Hydropatic Establichment
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Hydropatic Hotel
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Dubbi e pensieri di Agatha Christie

La Christie omette completamente, nell’autobiografia pubblicata postuma, gli avvenimenti di quegli 11 giorni.

E qui entra in gioco la mia penna, che traduce dubbi e pensieri della nostra Agatha.

Nel libro ho affermato che ripercorrendo con la memoria il viaggio che è stato la nostra vita, abbiamo il diritto, se non di ignorare completamente i ricordi che non ci piacciono, dar loro solo una breve occhiata (…). Adesso invece mi chiedo se davvero lo sia e di più se sia giusto omettere completamente ciò di cui non andiamo fieri. Lasciar naufragare nel silenzio una fetta della mia esistenza, quando il mondo si occupava di me nella sorta del rituale giornalistico e io, presa da uno strano effetto, mi isolavo da quel mondo. L’ho fatto per undici giorni. O quasi undici, visto che tutto è iniziato sul tardi della sera del 3 dicembre 1926. Avrei dovuto scriverne? Forse, e credo che tutti se lo aspettino (…).

Si è trattato solo di un sogno

Eh già, tutti se lo aspettavano. Ma l’autobiografia va bene così com’è, d’altronde una traccia si può lasciare in tanti modi.

E per la Christie ho scelto un modo da… giallista.

(…) Sfoglio le bozze, eccitata e compiaciuta per la mia nuova fatica, e mi dico che un paragrafo si potrebbe ben inserire (…) Ma alla fine mi rileggo ancora una volta in quei capitoli e come nella mia “casa” di Nimrud venni assalita improvvisamente dal grande desiderio di scrivere la mia autobiografia, adesso vengo assalita dal desiderio di lasciarla così com’è, e, di quei quasi undici giorni, farne un foglio a parte da nascondere dove mi pare: non so, tra le credenze di cucina, sotto i cuscini del divano, in una vecchia calza (…) e mi allieta pensare che quando la morte avrà di me reso unicamente “l’involucro”, una marea infinita di persone comincerà a cercare questo paragrafo scomparso per impossessarsi di una verità così golosa. Senza sapere affatto se esso esista, qui sta il bello.

Appunto, la Christie non inserisce nel libro quanto le accade in quegli 11 giorni, ma “non inserire” non significa “non scrivere”. Un bel foglio volante ci sta, ha un’aria stimolante, seducente, da vera “regina del mistero” che non si smentisce mai, come potete vedere.

Da giallista quale sono lancio quindi una sfida ai “detective” successivamente all’opera anticipando i miei complimenti a chi riuscirà a ritrovarlo: non sarà facile (…).

“Il paragrafo scomparso”

No, non è stato facile raccogliere la sfida e diventare un Poirot dei nostri giorni, o una Miss Marple. Lunghe ricerche, lunghi studi per riuscire a ritrovare… cosa?

Ma “Il paragrafo scomparso”, naturalmente! Questo il titolo del sogno. Un sogno che svela… Ecco le parole “lasciate dalla Christie” nell’incipit.

La sera del 3 dicembre 1926 io e mio marito Archie litigammo. Volarono tra di noi parole dure e spiacevoli: lui aveva una relazione, mi tradiva con la sua segretaria. Quando uscì e io rimasi sola mi sembrò all’improvviso di non capire più niente, non ricordavo neppure il mio nome (…). Smarrita, scoppiai in singhiozzi e, credetemi, di lacrima in lacrima mi addormentai. Gli occhi bruciavano, sembravano lingue di fuoco, le palpebre, nel tentativo di difendere la pupilla, si abbassavano diventando pesanti, e proprio in quel momento è cominciata una delle avventure più straordinarie che mi siano capitate: ho iniziato a sognare.

Archibald Christie
Greenway House, la residenza estiva di Agatha Christie
Archibald e Agatha Christie
Casa di Agatha Christie

Subito, la “partenza”.

Non c’era la pioggerellina che aveva battuto sui vetri per tutta la sera, non ero più la naufraga di qualche minuto prima nel mare della sofferenza, dell’angoscia, della morte nel cuore, ma una donna giovane e bella. Dormivo, e ciò nonostante vedevo benissimo la pendola sul muro segnare le 21.45 quando uscii di casa per salire a bordo della mia Morris Cowley (…)

Il percorso e l’arrivo, invece, li troverete su “Dreamers”!

Per leggere l’articolo sui “Dreamers” mariarosariaperilli.com/i-miei-libri/dreamers/

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