Viaggio a Firenze, di William Shakespeare

In viaggio con William Shakespeare: “Firenze, ninfa leggiadra che col seme delle sue infinite, seppure ancor distinti grazie, disponeva i miei occhi a una sorte di meraviglie! Le sentivo, e cadevo già vinto, come in una guerra d’amore, come alle braccia dell’amata, che sorride e ti cinge. E tra tutto quanto mi adulava, appena volgendo il viso, le pupille hanno incontrato ciò per cui tanto avevo navigato…” .

LODE ALLA CUCINA FIORENTINA

Il viver qui di gioia più m’inonda

se giorno e sera il desco è all’osteria

ed io seduto a tavola rotonda

con cibi, vini e buona compagnia.

Come Boccaccio adoro il pan lavato,

poi lui condito d’olio e di cipolla

fatto seguir da buon zugo melato

che dolce e fritto, il ventre a ognun satolla.

Al venerdì, la zuppa contadina

da assaporar persino ribollita,

e quella trippa tanto sopraffina

sino a sembrar agli angeli sfuggita.

E nei bicchier, si mesce un rosso e un bianco

ch’io del goder, giammai ne sono stanco!

William Shakespeare (il Separato)

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