«Non mi affligge infatti alcun dubbio su come interpretare lo stranissimo Sogno che ho fatto e su come agire di conseguenza nella vita abituale avendo dallo stesso ricevuto un importante Consiglio».

“Dreamers”, 12 sognatori: oggi, Jane Austen
Jane Austen (Steventon, 16 dicembre 1775 – Winchester, 18 luglio 1817), scrittrice britannica, figura di spicco della narrativa neoclassica, e una delle autrici più famose del panorama letterario mondiale.

Prima di scrivere questo sogno…
Prima di scrivere questo sogno le ho… provate tutte, compreso andare a un convegno sulla Austen organizzato da un’Associazione a lei intitolata. Quest’autrice non era proprio “nelle mie corde”, eppure qualcosa in lei mi attirava, sentivo che avrebbe potuto regalarci un sogno vivace. Quindi non mi sono arresa.



Caro Diario
Nel’800, l’unica soluzione per le donne era il matrimonio. La scrittrice però non si è mai sposata. Naturalmente anche lei desiderava crearsi una famiglia, e io mi sono chiesta con chi avrebbe potuto confidarsi in merito.
(…) Qualche volta mi ero immaginata sposa, lo sai, caro Diario, poiché solo a te l’ho confessato, ma sai anche che accanto ma me vedevo un uomo dal Gusto raffinato, Sentimenti nobili, Bello, Elegante e col Portamento magnifico. Esistono tali esseri, al mondo, forse uno su un migliaio (…) e io ho avuto il destino di incontrarlo e di amarlo. Tom Lefroy, un giovanotto irlandese di grande Cultura (…) e grande Fascino (…) ma mi è stato impedito di unirmi a lui (…).
Le va male, e il diario mi è parso la perfetta soluzione di sfogo per una scrittrice che, tra l’altro, su questo amico quaderno ci lascia molto di più.



La proposta di matrimonio
Alla Austen, però, il destino concede una “seconda possibilità”. Nel dicembre 1802, in visita ad alcune amiche, il fratello di queste, Harris Bigg-Wither, chiede a Jane di sposarlo. Ognuno penserà che, se è rimasta “zitella”, la scrittrice lo abbia rifiutato, invece no.
Vediamo, in parte, come Jane racconta al suo diario l’avvenimento.
(…) «Si-si-signorina Jane (…) Voi sa-sa-sapete che sono l’e-erede di Ma-Ma-Manydown Park e du-du-dunque avrò mo-molto da offrire alla donna che a-a-acconsentirà a di-di-diventare mia mo-moglie». (…)
«Vo-vo-volete concedermi l’onore (…)?»
(…) Io invece sono rimasta ferma e quasi intirizzita (…). Non ho voluto – o saputo – scansarmi, così ho visto il mio capo muoversi in un cenno di assenso e ho sentito la mia bocca pronunciare un “sì” mentre sollevavo le ciglia su di lui e pensavo che si trattava solo di un uomo Insignificante e Sgradevole, talmente Sgradevole che anche sopportarne la vista torna difficile (…).
Un uomo di 6 anni più giovane di lei, ma insignificante, sgradevole e balbuziente. Jane però ha accettato di sposarlo, ormai è fatta. O almeno sembra.



Un sogno vivace
Come dicevo, ho insistito, certa che il sogno dell’autrice avrebbe potuto essere vivace. Vi do l’idea con un breve estratto.
(…) però, giunta alle scale, anziché percorrerle maestosamente come ogni sposa in rapimento estatico, ho sollevato la veste e, mettendomi a cavalcioni al poggiamano, sono scivolata in basso finendo nel mezzo della sala con le Gambe all’aria e le Mutande in vista (…). Comunque nessuno si è accorto delle mie Mutande, ed è una fortuna perché queste erano di merletto rosso vermiglio e talmente trasparenti da lasciarmi quasi nuda! (…)
Come ogni sposa in rapimento estatico. Quindi la Austen sogna il giorno delle sue nozze? No, sogna piuttosto…
La notte delle nozze
… “La notte delle nozze”. E questo è il titolo.
L’ispirazione è venuta proprio quando mi sono accorta che Harris fa la proposta di matrimonio alla sera, e Jane, dopo un “sì” alquanto affrettato, ritira il suo consenso il mattino seguente. Fiat lux!
Nelle ore destinate al riposo qualcosa deve essere successo, e cosa se non un sogno che “illumina”?
(…) Non mi affligge infatti alcun dubbio (…) su come interpretare lo stranissimo Sogno che ho fatto e su come agire di conseguenza nella vita abituale avendo dallo stesso ricevuto un importante Consiglio (…).
Rimatrice a braccio
Riguardo i percorsi notturni della Jane, abbiamo già “visto” le sue gambe all’aria. Ora ve la mostro quale “rimatrice a braccio”.
Nel sogno, siamo al momento del “sì”.
(…) Harris (…) mi ha messo un Anello al dito.
«Po-posso io va-va-vantare una delle più be-be-belle proprietà d’In-Inghilterra. Ad essa aggiungo vo-vo-voi, Jane, de-degna moglie, iniziando o-oggi e per se-se-sempre e in ogni di-difficoltà, vi dichiaro d’e-e-esservi sempre fe-fe-dele».
Non restava che a me, ora, recitare la Promessa (…)
«Stesso è l’impegno di mia fedeltà
e starvi Accanto, sì, in difficoltà
Io lo prometto benché contrariata
Da quest’inizio di donna sposata
E voglio a tutti portare rilievo
Di qual Marito qui al fianco volevo
Già ben diverso da questo Zimbello:
Che fosse Ardente e poi Colto e poi Bello!» (…)
Assaggi di un’esperienza audace, simpatica, fatta di mutande rosse, di endecasillabi “baciati” e tutto quanto agirà da insegnamento inducendo la “promessa sposa” a cambiare idea.
Quindi leggiamo anche Jane Austen in “Dreamers”!



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