“Le finestre di fronte”, Nardini Editore: la recensione di Sylvia Zanotto

IO LEGGO DI TUTTO, DAPPERTUTTO E SEMPRE. E TU?

Le finestre di fronte

di Maria Rosaria Perilli

Nardini Editore, Collana Connessioni, 2020

Consiglio di Sylvia Zanotto

Con questi consigli, cerco di incuriosire senza rivelare trame e intrecci. Il mio

obiettivo è lasciare intatta la gioia della scoperta nell’incedere con la

lettura. A volte mi sfugge di mano l’entusiasmo e dico troppo. Vi prego di

perdonarmi, e di tentare comunque un nuovo viaggio. Per il vostro piacere! (SZ)

“Le finestre di fronte” è il romanzo che apre la nuovissima collana ‘Connessioni’ ideata dall’editore Ennio Bazzoni per la casa editrice Nardini. Un progetto ambizioso che vuole selezionare e promuovere romanzi in grado di competere con le grandi case editrici. Dice Ennio Bazzoni: «Il mondo è ormai connesso, collegato, unito: ogni singolo elemento, ogni persona, ogni gruppo sociale vive in relazione agli altri e diviene parte di una rete che è insieme una sicurezza e una fonte di problemi.» Il romanzo trova casa, in un contesto attuale, che si cala nelle realtà e nelle vite delle persone di oggi. «Spesso la voglia di distinguersi dal gruppo, la diffidenza e la rottura delle relazioni si fanno strada e vincono nell’eterno conflitto fra emarginazione e capacità di comprendersi, di stare insieme.» Ri-connettersi diventa allora la missione del romanziere, che con la sua opera stabilisce relazioni dentro e fuori, costruendo ponti nel tempo e nello spazio. “Le finestre di fronte” fa proprio questo, tesse nuove speranze. E racconta. Le storie. Tante. Quelle storie che oggi ci fanno ridere, piangere, pensare, soffrire. Un espediente letterario “le finestre di fronte” che si affacciano su una corte interna di un palazzo signorile. E ognuna di loro contiene un mondo. Una criticità. Un disagio del nostro vivere contemporaneo. Il contesto è fiorentino. Poetico. Musicale. Ma i contenuti appartengono a tutte le città del mondo. All’inizio il lettore si deve concentrare, il condominio richiede attenzione. Ma pagina dopo pagina, quando finalmente abbiamo il quadro e vediamo esattamente dove abitano i nostri personaggi, allora incominciamo a penetrare nel cuore del romanzo. E la lettura scorre. Si creano delle connessioni. Appunto. E quando questo accade, scorgiamo alcune figure femminili che si stagliano dal resto dei personaggi: il lettore ne viene catturato. Una sinfonica visione. L’idea in musica. Con citazioni. La letteratura e la musica come compagne di vita, apriporta verso futuri incontri. Sono nuove connessioni, relazioni, a tenere il lettore con il fiato sospeso, in particolare quelle che stabilisce la scrittrice autolesionista. Il suo dolore è tale da autoinfliggersi punizioni corporee. Solo quando acquisisce una diversa consapevolezza di sé, riesce a non farsi manipolare dal mondo esterno, a decidere lei delle proprie azioni, finalmente libera di compiere una lettura più vicina al suo cuore e a quello che richiedono i suoi bisogni. Apparire sia con gli uomini che con la scrittura non la soddisfa più, percepisce come questa sia una strategia di sopravvivenza inefficace, inadeguata, messa in atto per nascondere il proprio malessere e senso di alienazione. Ma non è sola in questa ricerca di autenticità: dietro alle altre finestre, si dispiegano vite contaminate da relazioni malate. Anche loro in cerca di appigliarsi a qualcosa che porti un briciolo di positività. In un crescendo di motivi, si raggiunge una sorta di climax, che dura solo un attimo, ma che è come una magia. All’improvviso, sembra che le persone si confrontino l’un l’altra, con la voglia di cambiare. Ma poi, passato il momento fatato, tutti ritornano alla vita normale, riprendendo i soliti vizi, abbandonandosi alle proprie debolezze. Non tutti però. Chi ha il coraggio di mettersi in discussione, riesce ad acquisire consapevolezza, ad avere una visione capace di modificare il senso della vita. Il tutto incastonato con maniacale precisione in una struttura letteraria che si rifà alla forma-sonata. Nata nel secondo Settecento come un canone compositivo standard, la forma-sonata si articola in esposizione, spesso ritornellata e caratterizzata prevalentemente da due temi, sviluppo e ripresa. Al di là della struttura, delle dimensioni e dell’impegno compositivo dei diversi movimenti, l’ascoltatore deve saper cogliere il flusso dinamico che intercorre fra il motivo principale, il suo esaurimento, il suo rapporto di analogia o diversificazione coi motivi alternativi, e infine deve saper riconoscere la loro ripresa conclusiva. Il senso ultimo della forma-sonata nelle sue diverse manifestazioni è rappresentato dal tipo di percorso che il compositore predispone (a livello tematico e armonico) nell’esposizione dei temi, dal loro trattamento atto ad indurre e ‘legittimare’ la ripresa (nello sviluppo), e infine dalla loro conciliazione in fase di ripresa. Questo senso riecheggia nelle pagine orchestrate da Maria Rosaria Perilli, che, come abbiamo visto, rende omaggio alla musica rievocando la forma-sonata nella struttura del suo libro. E non solo, la scrittrice va oltre: introduce nelle orecchie del lettore, le note del violino di Viola. Un sogno. Una musica da favola, efficace metafora di un conflitto tematico e affettivo, che solo la magia dello scambio, dell’incontro, della connessione, lo rende accessibile, essenziale al lettore, perché capace di trasportarlo oltre. Oltre le paure. Oltre il proprio ego. Oltre tutte le identità-finestre, oltre i generi e le barriere. Laddove suona il vento si dissolvono i confini fra parole e note, fra musica e realtà, finzione e quotidianità. Sulla nostra pelle viene tatuato il sapore della vita. Il colore della fantasia. L’inconsistenza dei sogni che si mimetizzano in materia solida non appena riconoscono nuove connessioni. Vibrazioni. Emozioni.

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