
Un giorno scrissi, e per un puro caso, Nuda in tacchi, la lirica che dà il titolo al libro. Non avevo mai affrontato, almeno in poesia, la tematica erotica, e sentivo il bisogno di cambiare. Rileggendola vidi, perdonate l’espressione, che era cosa buona, e decisi di continuare, farne una silloge: ero stanca di cieli e mari e nostalgie e amore. Ma fu Ennio Bazzoni, il mio primo editore, col quale discussi prontamente il progetto, a darmi l’idea migliore: quattro storie di donne in quattro secoli diversi, partendo dalla contemporaneità per andare a ritroso, fino al settecento.
È significativo che i maggiori poeti abbiano mostrato in mille modi, talvolta con puntiglio quasi maniacale, di annettere alla forma un’importanza enorme: è che, a ben riflettere, la forma risulta inseparabile da ciò che si suole metaforicamente chiamare il centro dell’ispirazione. Completando il lapidario paradosso di Mallarmé (e Degas) potremmo dire che un sonetto non si fa con un’idea più o meno brillante, ma con parole disposte secondo una precisa strategia formale. Piacere della lettura e intelligenza critica dovrebbero dunque procedere di pari passo
Aldo Menichetti
Metrica Italiana (fondamenti metrici, prosodia, rima)
Chi si scandalizza è sempre banale; ma, io aggiungo, è sempre male informato.
Pier Paolo Pasolini
